La processionaria del pino (Thaumetopoea pityocampa (Den.et Schiff) è un insetto lepidottero defogliatore di notevole importanza per la selvicoltura dei paesi del bacino del Mediterraneo. Attacca praticamente tutte le specie di pino (in prevalenza pino nero) e sporadicamente anche i cedri. Nello stadio adulto è una farfalla notturna di piccole dimensioni, di colore grigio, che depone le uova in tipici manicotti sugli aghi di tutte le specie di pino. Le larve nascono a fine agosto-settembre e iniziano a tessere subito i caratteristici nidi sericei, nei quali a centinaia passeranno l’inverno. In primavera riprendono l’attività alimentare, uscendo dai nidi di notte. Se hanno esaurito gli aghi sulla pianta ospite, le larve iniziano a spostarsi da una pianta all’altra dando luogo alle caratteristiche processioni, che possono essere lunghe anche diversi metri.
Durante le processioni esse lasciano un filamento sericeo lungo il percorso, cosa che consente loro di ritornare al nido. Giunte a maturità, formano le processioni di incrisalidamento al suolo, dove si interrano fino a 10-15 cm di profondità. La forte defogliazione causata dalla processionaria comporta una sensibile riduzione di accrescimento della pianta, ma solo raramente porta alla morte della pianta stessa. Si tratta però di un insetto di rilevanza sanitaria, in quanto i peli urticanti delle larve provocano forti reazioni allergiche se finiscono nelle mucose degli occhi, del naso e della gola, o anche soltanto sulla pelle.
La lotta alla processionaria del pino risulta obbligatoria in tutto il territorio nazionale ai sensi del D.M. 30 ottobre 2007. In ottemperanza alle disposizioni introdotte, il Servizio fitosanitario, chimico-agrario, analisi e certificazione della regione Friuli Venezia Giulia (oggi Servizio fitosanitario e chimico, ricerca, sperimentazione e assistenza tecnica) con il proprio Decreto n. 172/SC del 22 luglio 2008 ha stabilito che nel territorio regionale non sussistono aree in cui la presenza della processionaria del pino minacci seriamente la produzione o la sopravvivenza del popolamento arboreo, condizione per l'applicazione di misure di lotta obbligatoria all'insetto.
E' di competenza invece dell'Azienda per l'Assistenza Sanitaria di riferimento di stabilire se c'è un reale e marcato rischio sanitario in ambiente urbano, e per prevenire rischi per la salute delle persone o degli animali di determinare con il servizio fitosanitario regionale e con il servizio comunale competente i migiori interventi da eseguirsi sulla base dell'entità dell'infestazione e della fase biologica del parassita.
I sistemi di lotta più diffusi sono:
- raccolta e distruzione con il fuoco dei nidi nel periodo invernale, prima che le larve escano.
- irrorazioni delle chiome con insetticidi biologici (es. Bacillus thuringensis) o con altri prodotti di sintesi autorizzati.
- iniezioni di insetticidi direttamente nel tronco della pianta (endoterpia).
- trappole a feromoni, al fine di catturare il maggior numero possibile di adulti maschi ed evitarne la riproduzione.
- confusione sessuale, mediante emettitori di feromoni che impediscono ai due sessi di incontrarsi.
- strisce invischiate da attaccare alla base degli alberi, per impedire alle larve di raggiungere il suolo.
Situazione a Grado: da controlli visivi effettuati nel corso dell’inverno 2016/2017, l’insetto non risulta presente sulle alberature stradali e di parchi e giardini, salvo casi isolati e circoscritti, anche grazie agli interventi di lotta eseguiti con iniezioni al tronco (endoterapia), fin dall’anno 2011 e ripetuti anche nel 2016, interventi che hanno un’efficacia sulla pianta trattata della durata di 3 anni.
Quest’anno si rileva invece una presenza significativa nelle aree di bosco comprese tra Grado Pineta e l’area dei campeggi, dove però interventi concreti di lotta all’insetto non sono altrettanto efficaci ed attuabili e dove c’è comunque un rischio di entrata in contatto con l’uomo notevolmente inferiore.
Cionostante per chi si reca in queste zone, si consiglia di non addentrarsi nella vegetazione mantenendosi nei sentieri battuti. In caso si rinvengano le classiche “processioni” dei bruchi in questione si rammenta di evitare di toccarli e di tenere alla larga i cani, che vanno tenuti al guinzaglio.
E' stata segnalata anche la presenza di nidi in pini presenti in proprietà private di Grado Pineta. Nel caso si rinvenga la processionaria nelle aree abitate, si raccomanda:
- Non cercate di togliere dai rami i nidi, anche se visibilmente vuoti o rotti, perché la distruzione del nido comporta la dispersione nell’aria dei peli urticanti persi dalle larve che vi hanno svernato, con un aumento ulteriore del rischio di contatto con le mucose e la pelle. L’eventuale intervento va fatto da ditta specializzata. Si ricorda che a primavera inoltrata ed in estate i nidi sono vuoti, quindi l’asportazione non ha senso.
- Non spazzate con la scopa le larve in processione, perché anche questo comporta una notevole dispersione dei loro peli urticanti.
- Se ritenete di avere riconosciuto delle larve di processionaria del pino o i loro nidi su alberi pubblici, fatene segnalazione al servizio verde pubblico Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo. – tel 0431/898161 – 898143 o segnalando il problema con l’app comuni-chiamo scaricabile gratuitamente su tutti gli smartphone IOS o Android (disponibile anche su pc www.comuni-chiamo.com)
Si rammenta che nelle aree private il servizio verde pubblico non può intervenire per la lotta alla processionaria, pertanto è necessario rivolgersi in caso di infestazioni di elevata entità o in zone sensibili (es. condomini dove ci sono molti bambini) a giardinieri qualificati o a ditte specializzate, che valuteranno la soluzione migliore al problema.